Once upon a time

l'Atelier

Il legame storico tra l’Atelier Gallia e Peter e Milano affonda le radici in una tradizione d’eccellenza. Se ne ritrova traccia nell’etimologia del termine inglese che indica la modista, “milliner”, ovvero “originaria di Milano”: una provenienza geografica che, sin dal Settecento, era sinonimo di qualità, determinazione, cura del dettaglio.

Via Montenapoleone

Ospitato al n.3 di via Montenapoleone, dal 1930 al 2010, l’atelier ha rappresentato il luogo simbolo di un’attività imprenditoriale artigianale di successo costruita pazientemente con ago, filo e ricercata creatività.

Da sempre concepito come uno spazio di vita e di lavoro, è stato a lungo luogo di produzione, di esposizione, di sfilate e di vendita: le sue magnetiche vetrine su strada hanno  svelato per quasi un secolo lo stile e le tendenze di copricapi fatti a mano dall’allure Haute Couture. Pensato come un salotto per accogliere l'alta borghesia milanese, sino alla Seconda guerra mondiale, l'Atelier disponeva di trecento metri quadrati e di tre vetrine. Trasferitosi successivamente nel cortile interno, ha sempre mantenuto una vetrina su strada, al civico n.3 di Via Montenapoleone, e una bottega sul retro in cui sperimentare forme e fogge di copricapi e acconciature realizzati dalle quattro generazioni di donne Gallia e Peter (Angela Paschero, Mariuccia Gallia, Lia Giacomini e Laura Marelli).

Composto da ampi saloni caratterizzati da grandi specchi dorati, l’Atelier ha conservato la sua identità artigiana creando forme e sostegni per plasmare copricapi e realizzare acconciature fatte a mano utilizzando tutte le diverse professionalità presenti in Atelier e specializzate nelle diverse lavorazioni (fiori, veli, feltro). Negli anni d’oro del cappello, l’atelier contava su oltre trenta collaboratori tra donne della famiglia, lavoranti e modiste, incluse una “piscinina” (come venivano chiamate a Milano le giovanissime che imparavano il mestiere della sarta e della modista), una première (colei che traduce lo schizzo del disegnatore nel modello in tela e lo prova sui manichini) e lo storico fattorino Giacomino, che con la sua ape consegnava in giro per la città le cappelliere di cartone moiré, logate Gallia e Peter.

Con il declinare della moda del cappello, negli anni Sessanta l'Atelier cede alcuni degli spazi di via Montenapoleone e riduce il numero dei lavoranti, sino alla decisione nel 2010 dell'ultima erede, Laura Marelli, di trasferire l’attività al numero n.60 di via Moscova a Milano. Luogo vitale e dalla creatività vivace e pulsante, l'atelier Gallia e Peter si è trasformato nel tempo per rispondere alle diverse committenze, tenendo insieme la dimensione intima dell'ascolto e della progettazione su misura con le grandi commesse e le produzioni di cappelli per le principali case di moda degli anni Cinquanta e Sessanta e per i più noti stilisti del Made in Italy negli anni Ottanta. Oggi, con la direzione di Laura Marelli, Gallia e Peter si sta trasformando in una scuola di vita e di mestieri, che realizza copricapi su misura conservando nel suo archivio documenti, cappelli e storie capaci di ispirare nuove produzioni e trasmettere il “saper fare” e il piacere che ne deriva alle nuove generazioni.